Tel. ufficio:

0971.410469

Cell:

392.4116280

Appalti - termine di impugnazione innanzi al TAR

 Termini per il ricorso - NewsTuttoGare

Il Tar Lombardia, Sez. Prima, con la sentenza 02.01.2023 n. 5 ha esaminato la questione relativa alla decorrenza dei termini di impugnazione dell'atto conclusivo di una gara d'appalto.

La giurisprudenza, anche a seguito della decisone dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 12/2020 - ha avuto modo di chiarire (cfr. Consiglio di Stato sez. V 13 giugno 2022 n. 4797):

- in via ordinaria il termine di 30 giorni per impugnare l’atto conclusivo di una procedura di gara - ovvero l’atto di aggiudicazione - “decorre dalla ricezione della sua comunicazione così come sancito dall'art. 120, comma 5, D.lgs. n. 50/2010, consentendo essa di aver conoscenza di tutti gli elementi necessari a proporre ricorso all'autorità giudiziaria: l'autorità emanante, la data, il contenuto dispositivo da cui dedurre l'effetto lesivo dell'atto” (cfr. Cons. di Stato, Sez. V, 20 gennaio 2021, n. 629);

- la proposizione dell’istanza di accesso agli atti di gara comporta la dilazione temporale

laddove i motivi di ricorso conseguano alla conoscenza dei documenti che completano l’offerta dell’aggiudicatario ovvero delle giustificazioni rese nell’ambito del procedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta (Consiglio di Stato, adunanza plenaria, 2 luglio 2020, n. 12), ovvero, in termini generali, dei documenti oggetto dell’istanza di accesso;

- ciò che rileva ai fini della genesi dell'onere di impugnazione è l'acquisizione degli elementi conoscitivi necessari alla percezione del vizio (Consiglio di Stato, Sez. III, 27 ottobre 2021 n. 7178).

Su fronte eurounitario la Corte di Giustizia ha affermato che ricorsi efficaci contro le violazioni delle disposizioni applicabili in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici possono essere unicamente garantiti qualora i termini imposti per proporre tali ricorsi inizino a decorrere solo dalla data in cui il ricorrente abbia avuto o avrebbe dovuto avere conoscenza della presunta violazione di tali disposizioni (Corte giustizia UE sez. IX, 24 febbraio 2022, n.532 e v., per analogia, ordinanza del 14 febbraio 2019, Cooperativa Animazione Valdocco, C-54/18, EU:C:2019:118, punto 45 e giurisprudenza ivi citata).

Il ricorso, quindi, è irricevibile perché tardivo laddove la ricorrente non abbia impugnato il provvedimento di aggiudicazione nei termini di legge decorrenti dalla comunicazione dell’avvenuta aggiudicazione e non ricorrono le ipotesi che, secondo la giurisprudenza, rendono ammissibile una dilazione del termine di impugnativa, ovvero, a seguito di tempestiva presentazione di una istanza di accesso, l’effettiva conoscenza delle offerte, della documentazione amministrativa e dell’insieme degli atti di gara.

Deve sussistere un evidente collegamento tra le censure dedotte e gli elementi di conoscenza acquisiti a seguito di accesso agli atti.

Nel caso all’esame del Tar Lombardia, con l’atto introduttivo del giudizio la ricorrente ha formulato il motivo di ricorso sulla base di documenti (i verbali di gara) la cui conoscenza è avvenuta con la comunicazione del provvedimento conclusivo della gara.

In altri termini da tale momento la ricorrente aveva la piena conoscenza non solo della lesività del provvedimento di aggiudicazione ma anche di tutti gli elementi sui cui poter articolare puntuali censure e motivi di gravame.

Non è con plurime domande di accesso che si sposta in avanti il dies a quo per l’impugnazione allorquando l’operatore economico è già a conoscenza dell’aggiudicatario e della presunta violazione delle regole della gara.

 

Parlaci del tuo caso, siamo pronti ad ascoltarti

TELEFONO

0971.410469

Studio Legale de Bonis

Lo Studio Legale de Bonis, fondato nel 1872, è uno degli studi legali italiani di più antica tradizione. La tradizione, sinonimo di affidabilità e continuità, si lega con la modernità.

Ultimi Articoli

I Nostri Social

Skype
LinkedIn

Contatti

Via IV Novembre 58 – 85100 Potenza
0971.410469
0971.275503